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Specie

Cane, Gatti

Categorie

Cani, Gatti, Curiosità

A Cura di

Dr. Luca Giansanti

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Rubrica

EncicloPet

Per i cani e i gatti che vivono in campagna o comunque abituati a trascorrere molto tempo all’aria aperta, le zecche sono un nemico particolarmente insidioso. Questi fastidiosi aracnidi, infatti, non solo possono causare eruzioni cutanee e prurito con il loro morso, ma sono portatori di malattie che, se non curate, possono causare gravi danni ai pet, a volte anche letali. Le malattie in questione sono:

  • Borreliosi o malattia di Lyme

  • Erlichiosi

  • Babesiosi

  • Rickettsiosi

  • Anaplasmosi

  • Hepatozoonosi

  • Tularemia

Si tratta di malattie causate da patogeni capaci di danneggiare le cellule del sangue dell’ospite definitivo (cane, gatto e uomo) e che raggiungono il torrente ematico di questo, non subito dopo il semplice morso della zecca ma, dopo un intero pasto di sangue, il quale si svolge in almeno 24H da quando il parassita “si attacca”. Al termine del pasto il parassita rigurgita e trasmette il batterio presente nel suo tratto digerente, ecco perché zecche ancora molto piccole e attaccate da poco difficilmente sono responsabili di un’infezione. Le prime cinque sono le tipiche malattie da zecche, molto diffuse e generalmente ricercate tramite test rapidi. Le ultime due meno conosciute perché meno diffuse necessitano di indagini più specifiche per essere diagnosticate. Queste malattie, sebbene con alcune differenze, tendono a presentarsi tutte con sintomi multisistemici generici quali febbre, nausea, letargia, inappetenza, perdita di peso e anemia. Inducono poi sintomatologia specifica legata agli organi che colpiscono maggiormente:

  • emorragie, petecchie/ecchimosi, epistassi (sangue dal naso), linfoadenomegalia (aumento di volume dei linfonodi), zoppie ricorrenti per poliartrite, patologie oculari (come ulcere corneali o uveiti ricorrenti)  e neuromuscolari (come meningite) che si manifestano generalmente con convulsioni, stupore, atassia (difficoltà a coordinare i movimenti), perdita di equilibrio o testa ruotata (spesso indicativa di sindrome vestibolare), anisocoria (pupille di dimensioni diverse), tremori, polimiosite, tetra paresi progressiva e atrofia muscolare. 

Si tratta di patologie insidiose, perché i sintomi spesso si manifestano a mesi di distanza dal morso della zecca, cosa che rende complicata la diagnosi; per questo, un’attenta prevenzione è importante tanto quanto una cura tempestiva. Il veterinario che sospetta la presenza di queste malattie riesce a diagnosticarle sia con esami del sangue (Emocromo e striscio ematico o PCR) sia mediante test rapidi. Gli umani che lasciano i propri amici scorrazzare in terreni dove c’è ragionevole rischio di incontrare zecche, devono proteggerli adeguatamente con gli antiparassitari dedicati, e ispezionarli bene una volta rientrati a casa dalle sessioni di passeggiata, per notare subito l’eventuale presenza di ospiti indesiderati. Il giusto protocollo antiparassitario va richiesto al proprio vet di fiducia che conosce la situazione epidemiologica del luogo in cui si vive e soprattutto è responsabile della ricettazione della maggior parte degli antiparassitari utilizzati nei soggettivi protocolli. Per alcune di queste patologie basta spesso una cura antibiotica (generalmente 21gg di Doxiciclina) per altre la risposta alle terapie non è sempre ottimale e purtroppo la prognosi può essere molto riservata, anche nei pazienti correttamente diagnosticati e trattati. Possiamo dire che le stesse malattie trasmesse dalle zecche che affliggono i cani, possono colpire anche i gatti, sebbene in questa specie la patogenesi, le manifestazioni cliniche e le procedure diagnostiche e terapeutiche siano ben poco consolidate. Ma il primo passo per imparare a riconoscerle, è sapere che anche i gatti possono contrarle. Possiamo dire inoltre che si tratta di zoonosi: malattie che possono contagiare anche l’uomo, quindi prevenirle sui nostri amici a quattro zampe può aiutarci a prevenire anche la loro diffusione in ambito umano.

FAQ – Domande e risposte

  • Ma tutte queste malattie sono veicolate solo dalle zecche o anche dalle pulci? Generalmente le pulci non veicolano malattie infettive con la stessa facilità delle zecche, il loro morso è molto pruriginoso e induce una reazione di ipersensibilità caratterizzata da un rossore localizzato nella sede del morso. La dermatite scaturita dal morso di pulce è definita DAP, è molto diffusa ma una volta estinta la causa e alleviato il sintomo, nella maggior parte dei casi, non si hanno conseguenze legate alla trasmissione di malattie infettive; che tuttavia è possibile e legata alla presenza di patogeni come Micoplasmi, Coxiella, Bartonella, Rickettsie e Versinia pestis. Ricordate inoltre che i randagi infestati da pulci (così come abbiamo visto per le zecche) possono andare incontro ad anemia anche grave, specialmente se di piccola taglia.

  • Come si rimuove una zecca? E’ possibile rimuoverla tramite l’utilizzo di apposite pinzette facilmente reperibili in commercio (si possono anche usare delle normali pinzette per sopracciglia, che però rendono l’operazione leggermente più complicata). Per farlo, bisogna far presa sulla testa della zecca, restando il più. Possibile adesi alla cute, anche a costo di pizzicarla un pochino (proprio come fanno gli estetisti con i peli). basta tirare verso l’alto il parassita, evitando di ruotarlo, cercando di non lasciare il rostro (apparato buccale) nel sottocute del cane: Importante poi è non schiacciare il corpo della zecca, perché ciò causerebbe il pericoloso “rigurgito” all’interno del corpo del cane, con annessa probabile infestazione. Il rigurgito è stimolato anche dall’uso di alcool o di altri liquidi, che bisognerebbe quindi evitare di utilizzare.

  • “Ho tolto una zecca ma credo sia rimasto un pezzo della testa o del rostro attaccato o nel sottocute”.

    In questo caso non preoccuparti, togli con le pinzette quello che riesci a togliere e disinfetta con un po’ di betadine o di clorexidina al 4%, magari sfregando un pochino per ammorbidire la zona e permettere la fuoriuscita del residuo. Nel momento in cui non riesci ad estrarlo ci penserà autonomamente la reazione immunitaria, che tenderà ad incapsulare il corpo estraneo (formazione di un piccolo granuloma) e a fistolizzare verso l’esterno per espellerlo.
    Si, si tratta di una piccola infezione ma mai rilevante. L’utilizzo di pomate cortisoniche in questi caso rallenta la reazione immunitaria quindi diminuisce la formazione del pomfo e potrebbe anche essere controproducente, quindi a meno che la zona non sia particolarmente pruriginosa ed induca il tuo pet all’autotraumatismo (leccamento e grattamento) evitane l’applicazione. 

  • È possibile che il mio pat abbia una zecca o le pulci nonostante l’antiparassitario? Nonostante corretto protocollo antiparassitario, può capitare di trovare comunque una zecca o delle pulci sul nostro amico peloso. Questo avviene in primis perché negli ultimi anni alcuni parassiti stanno sviluppando resistenza ai più comuni principi attivi. Esistono altre cause per cui possa esserci la persistenza di pulci o zecche: Si è utilizzato un protocollo inadeguato (principi attivi poco funzionanti o solamente repellenti, generalmente meno capaci di debellare le infestioni, e diversi dagli antiparassitari); Eventi atmosferici (come la pioggia), bagni in toeletta, al mare o tuffi in laghi fiumi e pozzanghere possono alterare l’efficacia del protocollo specialmente se a 2-3 giorni dall’applicazione dell’antiparassitario; Antiparassitari scaduti o conservati male (in ogni caso bisognerebbe notificare al venditore e alla casa farmaceutica l’inefficacia del farmaco).

  • Una zecca ha morso il mio pet, che controlli devo fare? Non c’è bisogno di allarmarsi dopo il riscontro di una zecca. È importante però mettere al corrente il proprio veterinario di fiducia al fine di permettergli di correlare eventuali sintomi futuri a tale evento e non prendere sottogamba dei sintomi generalmente aspecifici ma che possono essere indotti dalle suddette malattie da zecche. Generalmente oltre all’esame clinico (attraverso il quale il vet può riscontrare i sintomi già citati) l’indagine diagnostica più appropriata è l’emocromo (esame emocromocitometrico), che generalmente viene proposto per capire la reazione del sistema immunitario all’infezione e soprattutto la gravità dell’anemia. È possibile che passino mesi dal morso prima della comparsa di sintomi, ecco perché molti veterinari consigliano un controllo clinico ed un emocromo con lettura dello striscio ematico per lettura del parassita a distanza di 1 mese e 3 mesi dall’evento.