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Specie

Cane

Categorie

Cani, Curiosità

A Cura di

Dr. Luca Giansanti

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Rubrica

EncicloPet

La Leishmaniosi è una malattia infettiva, causata da un parassita (Leishmania infantum) veicolato da un insetto molto simile ad una zanzara: il flebotomo (meglio conosciuto come pappatacio)! È una delle malattie infettive più diffuse e pericolose in Italia, nonchè una zoonosi (può quindi essere trasmessa all’uomo)… ecco perché è importante conoscerla!

Il flebotomo o pappatacio  è un minuscolo insetto (2-3mm) molto simile ad una zanzara. È estremamente diffuso nelle aree mediterranee e subtropicali, tipico delle zone palustri non supera mai gli 800mt di altitudine! Ecco perchè nelle aree alpine o appenniniche la Leishmaniosi è rara! Si tratta di un insetto crepuscolare, ovvero che tende a migliorare le proprie attività verso sera e durante la notte, nelle ore più fredde. Per intenderci il pappataci è spesso quella zanzara che ti sveglia di notte e quando accendi la luce non la trovi! Nelle zone più calde sono attivi da aprile a novembre (motivo per cui è bene anticipare e prolungare la copertura antiparassitaria estiva fino alla comparsa delle temperature più basse).

Il ciclo vitale della Leoshmania e trasmissione

Il flebotomo necessita di un pasto di sangue per portare a maturazione le uova. Quando il sangue di un animale infetto viene ingerito da un flebotomo libera nel suo intestino gli stati larvali della Leishmania che migrano nell’apparato buccale dell’insetto, il quale alla prossima “puntura” veicolerà il parassita in un altro organismo… ed il ciclo ricomincia! Il tempo di incubazione varia da mesi ad anni, in relazione alla capacità del sistema immunitario di reagire e anche dipendentemente dal tipo di risposta immunitaria, sempre diversa per ogni soggetto!

I sintomi della Leoshmania

La sintomatologia della leishmaniosi è estremamente variabile e dipende dalla capacità del sistema immunitario di contenere l’organismo. Tanti sono i soggetti che per gran parte della loro vita restano asintomatici (ecco perché è buona abitudine fare un test di screening annuale), di quelli che sviluppano la malattia solo alcuni la manifestano sintomi gravi, sempre legati ai distretti colpiti e dall’entità del danno.Generalmente gli organi più colpiti sono: la cute, il rene, il fegato, il midollo e l’occhio.Tra i sintomi che possiamo annoverare è possibile che compaiano tutti insieme o solamente alcuni di loro in maniera più o meno grave.

  •   Perdita di peso
  •   Linfoadenomegalia (ingrossamento generalizzato dei linfonodi)
  • Onicogrifosi: rapida crescita (e talvolta deformazione) delle unghie
  • Ipercheratosi del tartufo edei cuscinetti plantari
  • Eccessiva perdita di pelo e pelo ispido
  • Alopecia e scaglie disseminate nelle zone perioculari, del resto del muso e delle zampe.
  • Croste cutanee, prevalentemente sulla punta delle orecchie, esito di vasculiti.
  • Dolori articolari causati dalla poliartrite (infiammazione di più articolazioni)
  • Atrofia dei crotafiti (muscoli che si trovano sul cranio, tra gli occhi e le orecchie).
  • Lesioni oculari (congiuntivite, blefarite, uveite)
  • Febbre
  • Disidratazione
  • Poliuria (aumento della produzione di urine)
  • Polidipsia (aumento della sete)
  • Inappetenza
  • Disturbi gastro-intestinali (vomito e diarrea)
  • Perdita di sangue dal naso (epistassi)

Nelle fasi terminali è possibile riscontrare anemia (soggetti nei quali è stato colpito il midollo) insufficienza epatica ed insufficienza renale e con annessa sintomatologia. L’insufficienza renale è una costante in tutti i malati di Leishmaniosi! per combattere il parassita, infatti, il sistema immunitario produce degli anticorpi che attaccano il protozoo, formando i cosiddetti immunocomplessi! Questi infiammano e danneggiano le unità funzionali del rene (causando glomerulo-nefrite)!

Diagnosi della Leoshmania

La diagnosi di Leishmaniosi non. È sempre così facile e scontata, proprio a causa della varietà di sintomi spesso attribuibili a tante altre patologie anche meno gravi. tuttavia con l’aumento dei protocolli di prevenzione molti casi vengono diagnosticati per caso durante gli screening annuali. Varie sono le metodologie per poter diagnosticare la presenza del parassita in un organismo: la più comune è il test rapido, fattibile in ambulatorio o clinica grazie ad un rapido prelievo di sangue. Questo si avvale della ricerca di anticorpi e se positivo deve essere seguito da altre indagini diagnostiche volte a valutare la reale presenza del parassita nell’organismo e della malattia, ciò perché in zone endemiche possono risultare positivi al test rapido anche coloro che sono stati in contatto con il parassita (e hanno quindi sviluppato anticorpi nei suoi confronti) ma che in realtà non sono realmente infetti e malati. bisognerà andare dunque a cercare direttamente il parassita nell’organismo mediante biologia molecolare (PCR, ricerca del genoma del parassita) oppure campionamenti citologici od istologici degli organi potenzialmente infetti. Tuttavia risultano utili tutti quegli esami complementari (dall’interpretazione dei quali spesso può sorgere il sospetto di Leishmaniosi) volti a studiare la distribuzione e la gravità della malattia: ematobiochimico con elettroforesi, ed esame delle urine completo. In relazione ai distretti maggiormente colpiti tali esami evidenzieranno alterazione di valori legati alla funzionalità degli organi.

Terapia della Leoshmania

Il protocollo terapeutico di prima scelta, prevede l’utilizzo di Antimoniato di N-Metilglucamina (iniezioni sottocutanee per 4-8 settimane), quello di seconda scelta di miltefosina (per via orale per circa un mese). Entrambi sono generalmente efficaci ma il secondo protocollo sembra esporre di più al rischio di recidiva, nonostante sia meno invasivo e con meno effetti collaterali del primo per la via di somministrazione. Uno di questi due farmaci deve comunque essere associato all’allopurinolo (questo da somministrare per almento 6 mesi) e a cicli di immunostimolanti generalmente venduti sottoforma di integratori alimentari. Alcuni veterinari al termine del primo protocollo prescrivono il domperidone (anche usato a cicli nella prevenzione della leishmaniosi): un principio attivo capace di immunostimolare l’organismo e prevenire l’infezione o l’eventuale recidiva.

Per quanto le terapie funzionino, non possiamo dire che siano prive di effetti collaterali: vomito, diarrea, inappetenza, coliche intestinali ed atassia possono comparire specialmente nei primi giorni di terapia. Nel primo protocollo, trattandosi di terapie sottocutanee con un farmaco denso e oleoso, è possibile che si sviluppino dei granulomi sottocutanei o delle infammazioni della cute e del sottocute molto fastidiose e durature! Ecco perchè per le piccole taglie, poco resistenti al dolore la terapia sottocutanea può essere un vero e proprio calvario! 

A tal proposito è bene sottolineare che a tali terapie vanno aggiunte quelle terapie sintomatiche come gastroprotettori, antiemetici, fermenti, astringenti etc etc responsabili di coadiuvare la terapia principale estinguendo sintomi che potrebbero aggravare la situazione clinica del paziente.

Stradizione della Leoshmania

Come molte altre patologie la Leishmaniosi non va solo diagnosticata ma va anche “stadiata”, cioè classificata in base ai riscontri clinici, ematologici e alla gravità della sintomatologia! Dalla stadiazione dipende anche l’approccio terapeutico ed il monitoraggio della patologia!

  •  STADIO A (esposto): i cani non vanno trattati farmaco-logicamente ma ricontrollati clinicamente e dal punto di vista sierologico e parassitologico dopo 8-16 settimane dal primo riscontro di positività sierologica.
  • STADIO B (infetto): i cani devono essere trattati farmacologicamente se l’evidenza del parassita è associata a sieroconversione. In assenza di sieroconversione i soggetti non vanno trattati ma strettamente monitorati clinicamente e sierologicamente ogni 8-16 settimane, per almeno un anno.
  • STADIO C (malato): i cani devono essere trattati con farmaci anti-Leishmania. In questi soggetti, un esame fisico completo e l’esecuzione di un accurato screening di laboratorio consentono di valutare la necessità di terapie collaterali.
  • STADIO D (malato con quadro clinico grave). I cani in questo stadio devono essere trattati con farmaci anti-Leishmania e con terapie di supporto suggerite dal quadro clinico del paziente.
  • STADIO E Sottogruppo Ea (cani malati refrattari al trattamento): escludere “false positività”; rivalutare le alterazioni clinico-patologiche; escludere altre patologie (ad es. patologie trasmesse da zecche); rivalutare il protocollo terapeutico (dosi, tempi, correttezza di somministrazione, “compliance” del proprietario); valutare l’utilizzo di un protocollo terapeutico alternativo. Sottogruppo Eb

    (cani malati sottoposti a trattamento con recidiva precoce) come il sottogruppo precedente con particolare attenzione all’esclusione di altre patologie e alla rivalutazione del protocollo diagnostico e terapeutico adottato. Ciò perchè i casi di chemioresistenza sicuramente dimostrati sono rari, per cui, prima di decidere di sottoporre l’animale ad un protocollo terapeutico alternativo, è necessario escludere tutto ciò che possa interferire con la guarigione e/o la stabilizzazione clinica dell’animale.

Monitoraggio della Leoshmania

Ma se il mio cane ha la Leishmaniosi ogni quanto devo fare controlli? Anche il monitoraggio del cane durante e dopo la terapia deve essere adattato ad ogni singolo caso clinico. Per i cani dei gruppi B e C, che sulla base dell’esame fisico e degli accertamenti ematobiochimici non necessitano di terapie di supporto, può essere proponibile il seguente schema:

  •  Esame fisico completo e accertamenti ematobiochimici alla fine del trattamento con Antimoniato di N-metilglucammina (4-8 settimane);
  • Se gli esami risultano nei limiti di normalità, continuare con Allopurinolo come indicato in precedenza;
  • Controlli periodici ogni 6 mesi (come gruppo a), con determinazione del titolo anticorpale e quantificazione della carica parassitaria con qPCR midollare o linfonodale;
  • Se necessario, riprendere il trattamento con il protocollo di riferimento o con protocolli alternativi nel caso di recidive precoci;
  • Se la valutazione clinica, e/o i parametri ematobiochimici, non rientrano nei limiti di normalità o non tendono alla normalizzazione alla fine del trattamento terapeutico, inquadrare il cane nel gruppo Ea o Eb e procedere secondo quanto descritto in precedenza;
  • Per i cani del gruppo D, in particolare in quelli con alterazione della funzionalità renale, deve essere previsto un accurato monitoraggio anche durante il trattamento terapeutico, in alcuni casi ogni 7-10 giorni. Alla fine del trattamento monitorare il paziente ad intervalli molto più ravvicinati (1-2 mesi) rispetto a quelli descritti in precedenza, dando particolare rilievo alla valutazione delle funzionalità organiche compromesse dalla malattia.

Prevenzione della Leoshmania

La prevenzione nei confronti di questa malattia deve essere effettuata su più fronti:

La prima importante cosa da fare è assicurare un costante e funzionale protocollo antiparassitario (i principi attivi che proteggono dalle zanzare sono quelli che contengono piretroidi, ad esempio permetrina, deltametrina etc)! Questi uccidono il vettore a contatto con il nostro amico a 4 zampe, impedendogli di trasmettere la Leishmania. Importante specificare che le compresse non proteggono MAI dalle zanzare quindi bisognerebbe consultare il proprio veterinario per comprendere sempre il miglior protocollo adatto al caso. Vi invito a consultare la pagina sugli antiparassitari!

Esistono poi degli spray e dei collari repellenti (da non confondere con gli antiparassitario) che allontanano il parassita! Di solito la durata di queste fragranze (olio di Nîmes, citronella etc.) È breve e non sempre funziona (alcuni flebotomi infatti sembrano non essere infastiditi da queste sostanze), rappresenta comunque una strategia aggiuntiva di protezione.

Molto importante la prevenzione volta alla bonifica dell’ambiente (disinfestazione) e alla riduzione delle ore di contatto con l’esterno (sembra infatti che i cani che vivono dentro casa siano meno soggetti a contrarre la Leishmaniosi, probabilmente poiché il flebotomo vive generalmente nell’erba). Tuttavia è bene continuare a proteggere anche il cane che vive sempre dentro casa!

A scopo preventivo molti veterinari somministrano nel domperdone in sospensione orale (leisguard) prima della stagione estiva o a cicli al dosaggio di 1mg/kg per 4 settimane. Questo farmaco però produce un transitorio aumento di prolattina plasmatica e potrebbe indurre endocrinopatie, in primis galattorrea, pertanto deve essere somministrato con cautela negli animali con precedenti episodi di pseudogravidanza.

Vaccino per la Leoshmania

Attualmente esistono due vaccini:

  • Il Canileish contiene Leishmania inattivata (serie di proteine del parassita che l’organismo riconosce dopo l’inoculazione e contro le quali produce anticorpi per contrastarle ed eventualmente riconoscerle durante una infezione futura) e un adiuvante che accresce la risposta immunitaria nei suoi confronti. Questo vaccino è leggermente più dispendioso perchè prevede 3 inoculazioni a distanza di 3 settimane l’una dall’altra! La copertura stimata 
  • Letifend anche questo considerato un vaccino inattivato. Consta di una sola inoculazione annuale (senza richiamo a breve termine). 

Entrambi non possono essere somministrati prima dei sei mesi d’età e/o in soggetti infetti, ecco perchè viene sempre eseguito un test (almeno il test rapido) prima dell’inoculazione. È importante specificare che il vaccino NON sostituisce l’antiparassitario o le altre strategie preventive, bensì rappresenta un metodo aggiuntivo per migliorare la protezione nei confronti della leishmaniosi! Il costo di questi vaccini è nettamente superiore a quello dei più comuni vaccini CORE ed essendo associato al costo del test supera generalmente i cento euro, ma i prezzi sono variabili da veterinario a veterinario. 

FAQ: Domande e risposte

  • Il mio cane sta in casa devo comunque mettere l’antiparassitario? Assolutamente sì, i flebotomi riescono a pungere il cane anche in casa e per quanto sia viene esposto di un cane che vive in giardino, non è raro trovare soggetti positivi che di solito non vanno neanche al parco!

  • Il cane con la leishmanisi soffre? La sofferenza è legata alla sintomatologia: dipendentemente dagli organi colpiti la sofferenza è legata all’alterazioni anatomiche e funzionali secondarie: la dermatite causerà prurito o dolore cutaneo, la febbre sarà responsabile di abbattimento, l’insufficienza renale porterà disidratazione debolezza, vomito, diarrea, nausea, dolori addominali, e del cavo orale… e così via!

  • La leishmaniosi si cura? No, ma si può tenere sotto controllo: se il soggetto è predisposto a combattere adeguatamente il parassita, la terapia andrà a diminuire o estinguere la capacità di  questo di danneggiare l’organismo. Limitando i danni, ne limita anche la sintomatologia e porta spesso ad un’apparente guarigione anche se Leishmania continuerà a vivere all’interno dell’organismo, con la probabilità di riacutizzarsi in momenti di immunodepressione (ecco perchè anche se asintomatici, i pazienti infetti dovrebbero effettuare dei controlli di routine (anche annuali o semestrali)

  • Qual è l’aspettativa di vita di un cane con la Leishmaniosi? L’aspettativa di vita è sempre multifattioriale: legata in primis al soggetto (razza, età ed età del contagio, dimensioni, stile di vita etc), ma anche alla sua capacità di combattere il parassita, di rispondere alla terapia e quindi legata ai danni che il parassita fa all’organismo! Chiaro che la malattia essendo cronica e spesso recidivante può accorciare notevolmente l’aspettativa di vita, così come può presentarsi in maniera “fulminante”; ma ci sono molti casi di cani che vengono tratti una sola volta nella vita e riescono a contenere tanto bene il parassita da non avere riacutizzazioni! Il segreto è nella prevenzione e soprattutto nello screening periodico sia dei soggetti sani che di quelli infetti: prima si diagnostica più si riesce a limitare i danni!

  • Il mio cane è risultato positivo alla leishmaniosi devo smettere di mettere l’antiparassitario? Assolutamente no! continuare a mettere l’antiparassitario è utile non solo per la protezione nei confronti degli altri parassiti (zanzare, pulci, zecche, acari etc) e delle altre patologie trasmesse da questi, ma anche a proteggere i propri umani e gli altri mammiferi dalla diffusione della malattia! Continuare a prevenire le punture e quindi la diffusione della smaniosi da parte del proprio amico a quattro zampe che funge da serbatoio, è un dovere etico di ogni proprietà proprietario!

  • L’uomo può infettarsi direttamente dal cane? Assolutamente no! Molto spesso mi viene manifestata la paura di aver carezzato un cane con la leishmaniosi! È impossibile che avvenga un passaggio diretto (anche con contatto diretto di sangue) poiché per lo sviluppo del parassita è necessario il veicolo biologico e quindi la maturazione nell’intestino del flebotomo! L’uomo è un ospite definitivo accidentale, non un serbatoio come il cane, ma occasionalmente sviluppa la malattia dopo aver contratto il parassita! La forma più comune nell’uomo è quella cutanea, causata dalla L. Braziliensis, molto diffusa nei paesi tropicali e subtropicali e diversa dalla dalla L. infantum tipica del cane, che colpisce più frequentemente bambini, anziani e immunodepressi causando una malattia viscerale, sempre più frequente nel nostro paese.

  • E i gatti sono recettivi? Tutti i mammiferi sono recettivi alla leishmaniosi ma il cane è la specie più colpita inoltre esistono pochi casi documentati di gatti positivi alla Leishmaniosi (questo perché la patologia è poco ricercata nel gatto, oltre ad essere poco diffusa… e perchè i gatti sono generalmente meno oggetto di punture da parte di flebotomi e zanzare!).

  • Qual è la situazione in Italia? La Leishmaniosi in Italia è endemica! fino a qualche anno fa era ritenuta una patologia tipica del sud, ma attualmente anche nel centro Italia e nel nord (Lazio, Sardegna, pianura padana, Toscana) è molto diffusa. È tipica delle zone lacustri, con pianure ricche di vegetazione a clima mite ed elevato tasso di umidità. Solo nelle zone che superano gli 800mt non è diffusa per mancanza di vettori (li non arrivano i flebotomi).

  • Ci sono razze più soggette?! Sembra esserci una predisposizione di razza: Setter (specialmente irlandesi), boxer, pastore tedesco, pittbull, cocker e rottweiler! Anche se bisogna dire che alcune razze sono più soggette per la loro diffusione in zone in cui la malattia è fortemente endemica (Cirneco dell’etna e Podenco).

  • La leishmaniosi può colpire i cuccioli? Si, ma generalmente colpisce gli adulti! È difficile che un cucciolo si contagi o che sviluppi la malattia nei primi mesi di vita! La leishmaniosi viene generalmente riscontrata dall’anno/ anno e mezzo di età, nella mia esperienza solo due cuccioli sono stati trovati asintomatici a 6 mesi e uno lievemente sintomatico a 8mesi, ma generalmente la maggiorate dei contagi avviene nei soggetti di circa tre anni e nella fascia d’età fra gli 8 e i 10 anni! Tuttavia è possibile anche la trasmissione verticale per via transuterina da madre a figlio. Motivo fra i tanti per cui bisognerebbe escludere dalla riproduzione i soggetti infetti.

  • Perchè il cane con la leishmaniosi puzza? È un luogo comune che il cane con la leishmaniosi emani un cattivo odore a causa della patologia stessa: in realtà non è la leishmaniosi ma sono le infiammazioni e le infezioni secondarie (dermatiti, fauciti, gastroenteriti etc.) a causare odori sgradevoli provenienti dalla cute, dall’alito e dalle deiezioni.

Schema antimoniato dove e quando farlo:

Le iniezioni di antimoniato possono essere molto fastidiose poiché il veicolo oleoso del farmaco tende a creare infiammazione del tessuto sottocutaneo! È preferibile dunque suddividere il dorso del cane in di far passare l’infiammazione delle somministrazioni precedenti. 

Ecco cosa dice il ministero della salute sulla Leishmaniosi

Linee guida