Specie
Gatto
Categorie
Gatti, Curiosità
A Cura di
Dr. Luca Giansanti
Rubrica
EncicloPet
La FIV (Feline Immunodeficiency Virus ovvero Virus dell’Immunodeficienza Felina) è una malattia infettiva causata da un virus che colpisce i felini, molto simile al virus dell’HIV umano, non a caso la FIV è nota anche come HIV felina o AIDS del gatto (in quanto crea la stessa sindrome da immunodeficienza che conosciamo in medicina umana). Si tratta di virus a RNA con envelope. L’envelope è un rivestimento lipidico che rende il virus meno resistente agli agenti atmosferici (in primis raggi UV) e ai comuni disinfettanti, quindi, resiste poco in ambiente esterno, al di fuori del corpo. FIV e FeLV fanno parte di un gruppo di malattie infettive denominate “retrovirosi”. Queste durante la retrotrascrizione (metodologia di replicazione) danno origine a virus geneticamente diversi rispetto alla particella virale iniziale. I nuovi virus infetteranno altre cellule dell’organismo producendo a loro volta cellule sempre diverse.
Come nel caso della Sindrome dell’Immunodeficienza Umana, anche il Virus felino agisce indebolendo progressivamente il sistema immunitario dopo un periodo di latenza più o meno lungo. Questo danno a carico delle difese immunitarie rende il malato più soggetto a contrarre infezioni (specialmente batteriche) e a sviluppare complicazioni che possono rivelarsi mortali. L’infezione da FIV nel gatto, che ha un periodo di incubazione (quello che intercorre tra l’infezione e la comparsa dei sintomi) molto variabile (da 1 mese a 4anni) dopodiché si manifesta con 4 stadi clinici differenti:
Primo Stadio (o fase acuta): in questa fase, che può durare da qualche settimana a diversi mesi, l’infezione si manifesta attraverso una sintomatologia aspecifica: febbre, letargia, inappetenza altalenante, linfadenomegalia (aumento del volume di linfonodi).
Fase di Latenza (o fase asintomatica): in questa fase, che può durare anche più di tre anni, la malattia inizia ad intaccare il sistema immunitario ed il gatto diventa portatore asintomatico.
Fase di Riacutizzazione (anche detta LPG: “linfadenopatia persistente generalizzata”): durante questo stadio si ripresentano i sintomi della prima fase ed altri, generalmente legati all’anemia. Il sistema immunitario ormai abbastanza debilitato inizia a permettere alle infezioni secondare di avere la meglio sull’organismo. Da questa è possibile un ritorno alla Fase di Latenza oppure un’evoluzione allo Stadio Terminale
in questo stadio si sviluppa una condizione detta ARC: “AIDS related complex tipica dei gatti che intorno ai 10 anni iniziano a non controllare più la malattia. Si tratta di uno stato di immunodeficienza cronico che espone il gatto ad importanti superinfezioni.Stadio Terminale questa fase è caratterizzata da un rapido peggioramento delle condizioni di salute del soggetto malato, fino alla morte.
Sintomi della FIV
- Inappetenza
- Dimagrimento
- Diarrea
- Febbre
- Letargia
- Alterazioni cutanee
- Anemia
- Insufficienza renale
- Infezioni batteriche
- Leucopenia
- Linfadenomegalia
- neoplasie
- Sindrome stomatite-gengivite-faucite
Trasmissione della FIV
Essendo il Virus della Fiv molto debole all’esterno, il contagio avviene dai gatti infetti a quelli sani attraverso lo scambio diretto di fluidi organici, che può avvenire tramite:
Rapporti sessuali (il caso più comune)
Inoculazione di saliva (meno probabile) mediante morsi, durante le lotte che avvengono tra i maschi non sterilizzati per la difesa del territorio.
Infezione transplacentare dalla madre ai cuccioli (rara ma possibile, soprattutto se la gatta si infetta ad inizio gravidanza).
La FIV colpisce gatti di qualsiasi razza e qualsiasi età, senza predisposizione di razza, esistono tuttavia dei soggetti particolarmente resistenti che pur entrando in contatto con il virus non si infettano.
Diagnosi di FIV
La diagnosi della FIV avviene generalmente grazie ad un test sierologico eseguito dal medico veterinario, con lo scopo di rilevare la presenza di anticorpi prodotti contro il virus. Questo test rapido viene spesso associato a quello per la FELVe si fanno generalmente a 6 mesi, sfruttando l’anestesia della castrazione/sterilizzazione per evitare lo stress del prelievo.
Un altro metodo più accurato è la PCR che ricerca direttamente nel sangue RNA virale.
Trattamento della FIV
Sebbene al momento non esista una cura specifica e definitiva per la FIV, è possibile attuare dei protocolli terapeutici e gestionali che, volti a limitare le infezioni secondarie e i sintomi della malattia, permettano al gatto di vivere più a lungo e meglio. L’aspettativa di vita media di un gatto FIV-positivo opportunamente trattato è di circa 5 anni. Oltre ad una corretta terapia farmacologica a base di antivirali e immunomodulatori, prescritti dal veterinario, è di fondamentale importanza eseguire controlli periodici (annuali o semestrali) che permettano al vet di monitorare costantemente l’andamento della malattia e l’eventuale insorgenza di altre patologie. A livello gestionale le migliori attenzioni riguardano:
regolare uso di antiparassitari
Alimentazione di ottima qualità, bilanciata ed evitare cibi crudi.
Condurre una vita indoor (piuttosto che outdoor) che non esponga a stress costanti (evitare frequenti cambi di abitudine etc.)
FAQ: Domande e Risposte
La FIV può essere trasmessa all’uomo? NO! Per quanto i virus siano simili (anche per nome: F= feline/H=human – Immunodeficiency Virus) il virus dei gatti si tramette solo da gatto a gatto e il virus degli umani solo da uomo a uomo. non si tratta dunque di una zoonosi, la FIV colpisce il gatto, e in particolare tutti i felini, ma non effettua il salto di specie, dunque potete stare tranquilli se scoprite che il vostro gatto è positivo.
- Un gatto FIV positivo può vivere con un cane? Certo! il virus dei gatti si tramette solo da gatto a gatto e non effettua salto di specie, quindi se scoprite che il vostro gatto è positivo potete stare tranquilli, non trasmetterà nulla al vostro cane o a voi.
- Quanto può vivere un gatto con la FIV? Purtroppo è un dato di fatto che tale virus riduce drasticamente l’aspettativa di vita del soggetto che infetta. Questa è stimata essere circa 5 anni dal momento dell’infezione, ma la malattia se opportunamente trattata può concedere anche più tempo. Esistono dei casi in cui invece il virus danneggia l’organismo in tempi molto brevi, anche 12-24mesi, tanto da accorciare drasticamente la sua aspettativa di vita.
- Un gatto con la FIV può vivere con un gatto negativo senza infettarlo? Certo, se i gatti sono sterilizzati e convivono senza azzuffarsi “a sangue” il rischio di trasmissione è bassissimo (< 2.5%). Il virus all’esterno del corpo del gatto è molto debole ed è improbabile una trasmissione indiretta (attraverso ciotole o contatto con altre superfici), la trasmissione diretta se non avviene accoppiamento o morso penetrante è comunque molto difficile.
- Un gatto FIV e un gatto FeLV possono convivere? Si ma con elevati rischi: il problema principale è che la FELV si trasmette anche indirettamente e quindi è facile che se il gatto Fiv non sia vaccinato per la Felv (per la quale esiste un vaccino), possa contrarla con molta probabilità, data anche la sua immunodepressione cronica. Il dilemma sta nel fatto che le vaccinazioni annuali (per la FELV) tendono a debilitare il sistema immunitario ancora di più, proteggendolo dalla FELV, con il rischio di aggravare la FIV sottostante. A mio avviso se vogliamo far convivere i due, vaccinare (previo dosaggio anticorpale) per la FELV è la scelta più adatta, per esperienza sul piatto della bilancia pesa di più la duplice infezione piuttosto che lo stress vaccinale annuale. Tuttavia questa ipotesi può essere smentita in relazione al caso nella sua soggettività.
- Un gatto FIV può essere vaccinato? Si, ma bisogna mettere sul piatto della bilancia il rischio ed il beneficio: se parliamo di un gatto che vive prevalentemente outdoor le vaccinazioni (specialmente le prime) sono molto importanti, un parvovirus o una FELV potrebbero essere letali su un gatto FIV positivo. Tuttavia se parliamo di un soggetto che vive in casa e non ha rapporti con l’esterno (neanche indiretti) probabilmente è maggiore lo stress immunitario legato al vaccino con che la reale necessità di proteggerlo da virus con i quali molto probabilmente non entrerà mai in contatto. In ogni caso la necessità di vaccinare dovrebbe un FIV positivo dovrebbe sempre.
- Esiste un vaccino per la FIV? Purtroppo in Italia no, c’è da dire che la vaccinazione contro la FIV ha mostrato dei risultati diversi da quello per la Felv, ormai da anni utile in molte realtà. Il vaccino per la FIV è disponibile solo in alcuni paesi ed è comunque considerato “non-core”.
Quando posso fare il test ad un cucciolo?
Sempre ma bisogna considerare due fattori:
- I possibili falsi positivi dati dalla presenza di anticorpi materni (possibile fino ai 6 mesi).
- Lo stress del prelievo
Dunque a mio avviso la migliore soluzione è sfruttare l’anestesia della castrazione/sterilizzazione (che vengono generalmente eseguite proprio a 6 mesi compiuti) per eseguire il test e sapere se il proprio gatto è positivo o negativo, sia per la FIV che per la FELV. Dato che la trasmissione verticale, per quanto rara, è possibile consiglio a tutti i proprietari di cuccioli adottati di sfruttare l’occasione dell’intervento di neutralizzazione e testare sempre il proprio gatto: è importantissimo sapere se il proprio gatto è infetto o meno.
Perché i gatti con le guance grosse e tonde sono spesso FIV positivi? È vero alcuni soggetti hanno la cosiddetta “faccia da FIV”, tipica per il viso tondo dato dall’aumento di dimensione dei masseteri (i muscoli masticatori che ricoprono le mandibole. Questi crescono per la presenza di ormoni androgeni, sono quindi tipici dei maschi interi (non castrati). I maschi outdoor non castrati sono quelli che generalmente si accoppiano e lottano per il territorio, sono quindi quelli più a rischio di contrarre e veicolare non solo il randagismo ma anche le varie malattie infettive tra cui la FIV. Dunque non sono le guance ad indicare la FIV (come sintomo), ma è chiaro che la prevalenza della malattia è maggiore nei soggetti interi che in quelli castrati, risulta quindi essere maggiormente diffusa tra i gatti con le guanciotte paffute piuttosto che in quelli che non le hanno!