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Specie

Gatto

Categorie

Gatti, Curiosità

A Cura di

Dr. Luca Giansanti

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Rubrica

EncicloPet

L’asma felina, anche definita bronchite allergica, è un’infiammazione cronica tipica della specie felina che coinvolgendo le vie aeree profonde, in particolar modo i bronchioli, generando tosse e nelle fasi più avanzate difficoltà respiratorie. Nelle fasi iniziali la sintomatologia si limita a sporadici o ricorrenti episodi di tosse, sibili respiratori, respirazione frequente (tachipnea) e talvolta a bocca aperta, specialmente dopo l’attività fisica. Se trascurata gli episodi diventano molto più frequenti e la tosse diventa sempre più profonda e durante gli attacchi dispnoici più spesso si noterà scialorrea (bava dalla bocca), mucose congeste (bluastre/violacee). 

Cosa succede nel corpo del gatto asmatico:

A generare l’asma è un complesso di allergeni ambientali indefiniti, quando questi entrano in contatto con le vie respiratorie del gatto i bronchioli si costringono per impedire all’allergene di arrivare ai polmoni, inoltre il contatto con l’allergene infiamma la mucosa bronchiale che oltre a restringersi inizia anche a produrre muco, il quale viene espettorato con difficoltà attraverso i colpi di tosse. Con il broncospasmo il gatto tende a forzare si l’inspirazione, ma ancor di più l’espirazione poichè trova una resistenza. i continui sforzi espiratori e i colpi di tosse esitano in continue rotture alveolari che a lungo andare causano aree enfisematose (concamerazioni più grandi dei singoli alveoli e meno funzionali) e zone atelettasiche (collasso del tessuto polmonare con perdita di funzionalità) nel parenchima polmonare. 

Spesso alla diagnosi di asma felina si arriva per esclusione: molti infatti sono i patogeni che possono essere i ricercati perchè responsabili sintomatologia simile, e una volta esclusi sarà molto probabile che si tratti di asma felina! 

Generalmente vengono esclusi strongili polmonari con il test di Baermann, polmoniti micotiche o batteriche con il BAL (lavaggio bronco-alveolare) e seguente coltura micotica/batterica. 

Anche se non esistono test rapidi o esami specifici per diagnosticarla con certezza ci sono riscontri (clinici, radiografici e analitici) che possono indurre il vet a confermare la patologia con elevata probabilità!

Terapia e Prevenzione

Per l’asma felina non esiste una cura, ma la terapia serve a prevenire e gestire i sintomi, quindi gli accessi dispnoici legati alle acutizzazioni della patologia! Molti veterinari utilizzano fans o cortisonici (sia per via sistemica che inalatoria), io ultimamente ho trovato buon riscontro terapeutico con antistaminici e integratori alimentari da utilizzare a cicli! E nelle fasi di acutizzazione broncodilatatori e mucolitici possono giovare!  L’utilizzo di cortisonici dovrebbe essere sempre messo sul piatto della bilancia, poiché il beneficio va paragonato al rischio di sviluppo di molte altre patologie se utilizzato a lungo termine. Bisogna inoltre prevenire i fattori scatenanti le reazioni infiammatorie, in primis attraverso un’accurata gestione dell’ambiente in cui vive il gatto! Bisognerà rimuovere tutti i fattori potenzialmente allergizzanti e proinfiammatori come:

  •  Piante
  •  Deodoranti e profumi
  •  Lettiera polverosa
  • Varecchina e alcool
  •  Fumo passivo (no sigarette)
  •  Muffe
  •  Stress

Fare attenzione a tutto ciò può ridurre anche dell’80% la sintomatologia. Ricordate che anche l’obesità può aggravare la patologia dunque bisognerà fare attenzione allo stile di vita e alla sedentarietà, preferendo un’alimentazione ipoallergenica! Purtroppo se vengono trascurati i sintomi iniziali e non si ricorre precocemente a terapie efficaci, a lungo andare le vie aeree subiscono modificazioni permanenti e diminuire il broncospasmo e il cronico restringimento del lume bronchiale diventa difficile anche farmacologicamente! La reversibilità di tali modificazioni si può avere solo iniziando la terapia in stadi precoci, quando gli adattamenti compensatori non si sono già instaurati nè consolidati! Ecco perchè se il vostro gatto “ogni tanto tossisce” non è mai buona idea prendere sotto gamba tale sintomatologia e aspettare che diventi ingravescente! 

FAQ: Domande e Risposte

 

  • Esistono razze predisposte?Si, sembra che nelle razze orientali e in particolare nel Siamese questa patologia abbia un incidenza maggiore. Bisogna però riconoscere una multifattorialità della sua genesi, non solo specie e razza specifica, ma anche genetica, ambientale etc. Generalmente i soggetti che iniziano a manifestare sono adulti (dai 2 agli 8 anni), prevalentemente femmine.
  • Il mio gatto sta tossendo o espellendo un bolo di pelo?

    Effettivamente non è sempre facile distinguere le due manifestazioni, spesso i proprietari confondono il colpo di tosse (sintomatologia respiratoria) con il conato di vomito (sintomatologia gastroenterica). Ciò perché al termine del conato il suono emesso generalmente è aspro e superficiale, simula quindi il colpo di tosse tipico dell’infiammazione delle alte vie.
    C’è da dire inoltre che a volte i due eventi sono collegati: esiste infatti un riflesso che induce il conato di vomito subito dopo il colpo di tosse. 

    Per distinguere i due sintomi e legarli ad una diagnosi spesso è proprio l’espulsione del tricobezoario la prova del nove. Quando invece i conati sono improduttivi è più difficile capire.
    in quel caso è importante fare un video e presentarlo a veterinario per permettergli di capire la sintomatologia che difficilmente manifesterà in visita e legarla ai riscontri clinici, radiografici ed analitici, facilitando dunque il percorso diagnostico.

  • Come si effettua l’aerosol terapia? Una strategia molto utile per i gatti e i cani di piccola taglia è l’utilizzo del trasportino:

    metterlo dentro e coprire l’esterno con una coperta o una busta, lasciano pervio solamente la finestra anteriore (la grata) su cui innestare il vaporizzatore dell’aerosol, così da evitare la dispersione delle molecole e concentrare il vapore nel trasportino. Inizialmente è un evento stressante ma basterà scegliere i modelli meno rumorosi e avere pazienza, dopo 2 o 3 trattamenti generalmente si abituano e si rassegnano al trattamento, traendone giovamento. Nei soggetti particolarmente complianti è possibile utilizzare le mascherine, ma parliamo di casi rarissimi. Uno strumento molto utile per effettuare la terapia attraverso la nebulizzazione del principio attivo (via aerogena) è l’AEROKAT, uno strumento, che consente di utilizzare il PUFF (lo stesso che utilizziamo anche noi umani), provvisto di un’apposita mascherina per gatto e una valvola che consente al proprietario di capire se il proprio micio sta eseguendo correttamente la procedura, quindi quanto ne ha inspirato. 

  • Come abituo il gatto all’aerokat? Di solito sono pochi i gatti che ci consentono di effettuare la terapia con facilità: il suono del puff e la sensazione di bagnato sulle vibrisse fa allontanare il gatto, dunque dobbiamo sforzarci di farlo familiarizzare qualche giorno con lo strumento prima di utilizzarlo, anche stimolandolo a tollerare la mascherina per qualche secondo, quando è calmo, rilassato e in un ambiente familiare. Premialo ad ogni suo atteggiamento positivo, ovvero di accettazione. Precarica la camera distanziatrice con due puff, prima di aver posizionato la mascherina sul muso, così da non spaventarlo con il rumore. La fase più importante per la riuscita è assicurarsi che effettui circa 5-10 atti respiratori guardando la valvola e quindi accertandosi che abbia inspirato il contenuto.